Il BOSCO TRA LE RIGHE 2025

Il BOSCO TRA LE RIGHE 2025
Luogo: Teatro Comunale di Gambettola
Categoria: Rassegna
Periodo:
Venerdì 17 gennaio - ore 21
Venerdì 7 febbraio - ore 21
Venerdì 14 marzo - ore 21

Descrizione

Incontri con l’autore. In collaborazione con ScritturaFestival e Assessorato alla Cultura del Comune di Gambettola

Questa edizione, curata come sempre da Matteo Cavezzali, sarà dedicata ai personaggi e ai luoghi, avremo il Messico di Pancho Villa raccontato da Pino Cacucci, la Romagna di Raffaello Baldini raccontata da Paolo Nori e il Marocco dei ricordi paterni di Emanuela Anechoum.

Programma

VENERDÌ 17 GENNAIO ORE 21.00 PAOLO NORI
CHIUDO LA PORTA E URLO  (Mondadori) omaggio a Raffaello Baldini

Raffaello Baldini è un poeta grandissimo eppure pochi sanno chi è, e di quei pochi pochissimi ne hanno riconosciuto la voce. Perché scrive nel bel dialetto di Sant’Arcangelo di Romagna? Ma no. Paolo Nori ci rammenta che è poeta enorme anche nel bell’italiano con cui il poeta ha sempre tradotto a pie’ di pagina i suoi versi. . Come sua consuetudine, Paolo Nori attraversa l’avventura poetica di Baldini quasi come non ci fosse altro intorno, di sé facendo il filtro di una bellezza che viene su come da un fontanile e fa paura, perché ci lascia straniti.

VENERDÌ 7 FEBBRAIO ORE 21.00 PINO CACUCCI
DIEGUITO E IL CENTAURO DEL NORD (Mondadori)

Siamo nel 1983, a Chihuahua. Adelita ascolta i racconti del nonno materno, il suo abuelo: li ascolta con la partecipazione incantata che è dei più piccoli quando stanno scoprendo il mondo, e insieme al mondo scopre anche un pezzo importante della sua storia, Pancho Villa L’abuelo racconta, e più racconta, più agita intorno alla figura del condottiero un sentore di leggenda e di speranza che tuttavia coincide con un ben più palpabile destino di giustizia sociale e  la memoria del Messico rivoluzionario.

VENERDÌ 14 MARZO ORE 21.00 EMANUELA ANECHOUM
TANGERIIN (e/o)

Mina ha trent’anni e conduce a Londra una vita costruita con grande attenzione e poca spontaneità, nel tentativo spasmodico di sentirsi finalmente “giusta”. Una sera riceve una telefonata da sua madre: il padre è morto. Mina torna a casa per i funerali, ma finisce per restare a lungo. Mina ritrova la famiglia, gli amici e soprattutto i ricordi del padre, questo mitico, inafferrabile, eterno migrante con un misterioso passato in Marocco. In quest’avventura sensuale ma a tratti quasi metafisica, Mina scoprirà che le radici sono solo un sogno sfuggente, un desiderio di ritrovarsi in una storia comune, in un affetto profondo che ci faccia dimenticare, almeno a tratti, la ferocia del mondo e le ferite dell’abbandono.

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